genere: uppercut surreale
con Alberto Astorri , Walter Leonardi, Paola Tintinelli
La gente non capisce quanto incida un colpo da knock out quando ti prende al mento. E’ tutta una questione di nervi. Non si tratta di una vera e propria commozione cerebrale. Sono stato colpito sulla punta del mento da Walter Leonardi in un incontro a Vibo Valenzia nel 1990. Era un gancio sinistro che mi prese sul lato destro del mento. Così l’osso della mascella si spostò dalla cavità di destra comprimendosi verso sinistra e schiacciò il nervo. Quando tornai al mio angolo cominciai a battere i piedi sul tappeto come un pazzo e quando suonò il gong era tutto a posto, il Leonardi era svenuto per le vibrazioni del tappeto. Ma purtroppo anche io svenni e il titolo rimase vacante. Ma questa forse è la volta buona. Viviamo in un tempo in cui, se due pugili vogliono combattere duro, è probabile che l’arbitro glielo conceda o almeno non intervenga. Per questo abbiamo pensato a Paola Tintinelli che nella boxe più che con il colpire ha a che fare con l’essere colpiti o con la devastante paralisi psicologica. Dolore ora, ma controllo e quindi più tardi trionfo. Ne vedrete delle belle. Siamo fragili boxeur che sparano poesia. Venite anche voi conduttori e giornalisti, critici e militanti perché se ci si scaldano le mani ci vogliono volti rosei da far arrossire…
(Alberto Astorri)
Incontrai la prima volta Astorri in una palestrina nella periferia di Novara, poveraccio si allenava al sacco con poesie di Baudelaire e Verlaine, che il suo allenatore gli faceva sputare e sudare da tutti i pori. Io ero là per un incontro di poesia comica e presi immediatamente coscienza della potenza fisica dell’uomo Astorri. I suoi versi erano Uppercut continui al sacco. Ricordo che pensai: non vedo l’ora di incontrarlo sul ring-palco. A Vibo poi fu una lunga agonia di tremori e giochi, di parole e canzoni, di arbitraggi scorretti e andate al tappeto catartiche, e il finale con il titolo vacante. Dunque non è ancora finita.
(Walter Leonardi)
Penso che Alberto e Walter siano dei poveri spaesati, quasi beoti pugili-poeti rincoglioniti dai colpi del ring e della vita. Mi hanno pregato di organizzare l’incontro pagandomi di sottobanco. Io non volevo, sono noiosi e un po’ patetici, ma che vi devo dire, li conosco da una vita e li sopporto. Spero che uno dei due questa volta vada al tappeto e magari capiscano entrambi, che il ring non fa più per loro.