La didattica

Il teatro per noi è lo spazio in cui le persone hanno la possibilità di crescere attraverso l’accettazione globale di sé, anche di quelle parti sommerse che non vengono riconosciute come proprie, sia dal punto di vista fisico – vocale, che caratteriale.

Questa conoscenza spesso è una scoperta, l’inizio del percorso didattico è infatti basato sulla pulizia e sulla sottrazione di tutte le sovrastrutture legate all’educazione e al sociale; nel momento in cui vengono abbandonati i pregiudizi che nascono da un’immagine di se stessi proiettata e non autentica, aprendo per far questo canali di comunicazione che di solito non sono utilizzati nella vita quotidiana, ecco che il corpo trova nuove dinamiche, la voce si libera nella fisicità riacquistando quelle sfumature che la rendono più rotonda e che spesso si perdono nel corso degli anni, ed è più facile che emergano pulsioni anche legate alle proprie zone d’ombra, dunque l’espressività trova strade molteplici, a volte inusuali, e prende progressivamente direzioni più vicine a quelle dei personaggi di un testo teatrale.

L’attore deve essere in grado di vivere più o meno direttamente tutte le esperienze che vive il personaggio; questo significa accettarne il dualismo e le contraddizioni, senza porre giudizi di valore che propendano da una parte escludendone l’altra; vivere prima di tutto come persona e poi come personaggio un’esperienza teatrale in modo completo, trovando il giusto equilibrio tra istinto e ragione, fa sì che la funzione dell’attore diventi quella di tramite tra lo spettatore e il testo, in modo tale che anche il pubblico ne possa fare esperienza.

Durante il percorso di crescita, vengono affrontati specificatamente tutti gli esercizi atti a sviluppare gli strumenti tecnici che veicolano la comunicazione teatrale. Il confronto continuo con diversi metodi e, all’interno dello stesso metodo, con più insegnanti, permette di sviluppare un bagaglio attorale la cui caratteristica principale sia quella di non arrivare ad uno stile teatrale specifico e riconoscibile, ma che, attraverso la molteplicità dei punti di vista, l’attore possa affrontare qualsiasi tipo di lavoro, pur mantenendo intatte le proprie peculiarità artistiche.

La contraddizione è dunque il veicolo drammatico più importante nella rottura del punto di vista univoco ed è ciò che caratterizza il nostro lavoro sia in ambito didattico che teatrale.