12.09.2018
Laboratorio ReProduction// Phoebe Zeitgeist
29, 30 Settembre
Phoebe Zeitgeist
ReProduction – bambola, feticcio, simulacro, riprodotto.
Laboratorio Teatrale condotto da Giuseppe Isgrò e Francesca Marianna Consonni
Phoebe Zeitgeist apre ai partecipanti del laboratorio la sua riflessione sui temi proposti dall'ultimo lavoro ReProduction, ovvero la riproduzione intesa sia come replica e proliferazione di soggetti, sia come continuazione di sé. Il workshop, condotto dal regista e dalla dramaturg del gruppo Phoebe Zeitgeist, si propone di ragionare nei perimetri di questo concetto e nelle sue suggestioni, che attraversano l'ambito dell'artificiale e quello del biologico, il senso comune e quello artistico.
La durata prevista del laboratorio è di 10 ore.
Gli incontri si suddivideranno in diverse fasi e tipologie di lavoro:
. lavoro fisico vocale
. lavoro sul testo (analisi, traduzione, adattamento, riscrittura)
. improvvisazione (circonferenza situazionale, lavoro sui climi, le atmosfere, le relazioni)
. lavoro sulla parola (ritmo, qualità, suono, plasticità e senso)
. lavoro sulla relazione e sulla coralità
. lavoro sul personaggio (ricerca del proprio “mostro” e composizione fisico/vocale)
Si richiede ai partecipanti di portare a memoria un piccolo testo a piacere da queste fonti:
Rainer W. Fassbinder, Tennessee Williams, Copi.
Inoltre sono richiesti:
- l'uso di un abbigliamento neutro e di colore interamente nero per la durata dell'intero workshop
- un pupazzo o bambola di forma, soggetto e grandezza a piacere
- un proprio accessorio indossabile (abbigliamento/calzature) che abbia la caratteristica di essere molto grande o molto evidente, molto colorato o in ogni caso eccessivo, sproporzionato.
Saranno chiamati in causa la riproduzione sessuale, l'essere madri e padri, l'essere punti di riferimento e punti limite della vita degli altri, così come la riproduzione nella direzione della ripetizione, nella serialità, nella reiterazione macchinica legata alla produzione di massa. I due ambiti confliggono nella bambola o pupazzo, ovvero in un oggetto feticcio, una rappresentazione di realtà, non già quindi una marionetta, mossa per figurare qualcosa o qualcuno, ma un soggetto vero e proprio, un soggetto agente nonostante la sua assurdità. Così è anche l'attore.
Per fare questo ci si propone un lavoro sui binari del grottesco e del kitsch, per essere condotti, attraverso l'esplorazione dei territori del falso e dell'iper reale, ad una finzione che sia totalmente autentica.
« Non è una sensibilità di tipo naturale, se di tali ne esistono. L'essenza del camp, infatti, consiste nell'amore per ciò che è innaturale: l'amore per l'artificiale e per l'esagerato […] Una sensibilità è quasi, ma non del tutto, indescrivibile. Ogni sensibilità che può essere racchiusa nella forma di un sistema, oppure maneggiata con i grezzi mezzi della prova, non è più una sensibilità. Si è concretizzata in un'idea. » Susan Sontag, Notes on "Camp"
Saranno di supporto al laboratorio alcuni brevi momenti teorici legati ai filosofi del simulacro, nonché quegli artisti che hanno già inteso l'arte come un melodramma critico volto a sovvertire la banalità del reale.
Il laboratorio è aperto a persone di entrambe i sessi, possibilmente maggiorenni, che abbiano già sperimentato il linguaggio teatrale attraverso corsi, seminari, produzioni.
Quando: 29, 30 Settembre dalle 15 alle 20
Dove: Teatro della Contraddizione, via della Braida, 6 - 20122 Milano
Quota di partecipazione: €90
Per informazioni e iscrizioni: 025462155 - info@teatrodellacontraddizione.it