27.06.2020
Weiss Wiss@Il Giardino delle Esperidi Festival
Orario: 21:30 - Ingresso: 15,00 €
27 Giugno - ore 21,30
Parco di Villa D’Adda Sirtori, Olginate
Il Giardino delle Esperidi Festival
Weiss Weiss. L’essere del non essere
Sulla sparizione di Robert Walser.
di Marco Maria Linzi
Lo scrittore Robert Walser viene ritrovato morto il giorno di Natale del 1956, dopo una passeggiata nella neve. Da 23 anni si era volontariamente rinchiuso nella Clinica psichiatrica cantonale di Herisau decidendo di non scrivere più per mettere in pratica il proposito «di scomparire il più discretamente possibile». Alla sua vita e ai suoi scritti (in particolare Jakob von Gunten) rende omaggio il Teatro della Contraddizione con lo spettacolo Weiss Weiss. L’essere del non essere. Sulla sparizione di Robert Walser
di e diretto da Marco Maria Linzi
con Micaela Brignone, Fabio Brusadin, Silvia Camellini, Simone Carta, Sabrina Faroldi, Arianna Granello, Alessandro Lipari, Marco Mannone, Eugenio Mascagni, Stefano Montani, Magda Zaninetti
video artist Stefano Slocovich
suoni live Leonardo Gaipa
aiuto regia e foto Daniela Franco |
costumi Margherita Platè
scene Marco Maria Linzi, Sabrina Faroldi, Fabio Brusadin, Ryan Contratista
Biglietti online su Do It Yourself Ticket e punti vendita SisalPay.
Biglietti al link: https://cutt.ly/quQvODa
Per informazioni: https://www.ilgiardinodelleesperidifestival.it/info-e-prevendite/
"È il percorso di sparizione di Walser che corre insieme alla mia tentazione all'oblio, un percorso che nasce lontano, dal Castello di Kafka e dagli ostacoli che il protagonista, K, incontra nella sua corsa per cercare di essere con gli altri, allineato con il mondo senza perdere la propria essenza e natura. K diventa così Jakob che a sua volta è Robert Walser. Walser, come K, è un ottimista che continua a fallire nel suo intento, o perdendo se stesso, o rifiutato dal mondo.
Da qui, dopo l'arrivo e la confessione del suo viaggio fallimentare, il protagonista entra nel mondo dell'Istituto Benjamenta, una scuola che addestra servitori, uomini dei bassifondi, con un passato difficile che non erano e non saranno niente nella vita, degli zero, tondi come una palla.
Un percorso di formazione che, da una prima fase in cui gli insegnamenti appaiono vuoti e senza senso e l'istituto una menzogna, affaccia Jakob ad una nuova consapevolezza facendogli accettare il proprio stato, lavando via il proprio ego dalle vuote aspirazioni e dalle sovrastrutture.
Questa nuova condizione si compie attraverso l'essere utile, il servire, che ha poco a che fare col lavoro del cameriere ma piuttosto con la ricerca del se stesso intimo, reale.
Un percorso tra l'annientamento e il risveglio. Un cambiamento di prospettiva su tutti i valori, una rivalutazione del basso, del piccolo, dell'invisibile ma necessario, dell'essere utili, prima ancora di essere. L'essere del non essere.
Una rivoluzione presente che si confronta con quello che dentro di noi è stato scritto e che abbiamo vissuto nel passato, una rivoluzione in continua tentazione verso i luccicanti segnali del mondo, in tensione verso tutto quello che si manifesta e corre intorno a noi. Difficile rimanere fermi. Il protagonista, e io stesso, nonostante questa consapevolezza siamo inesorabilmente tesi verso desideri di cui sappiamo poco, in cui forse nemmeno ci impegniamo a fondo, perché hanno sì un profumo accattivante che da qualche parte sembra necessario, ma nei momenti di vuoto, in quel sottofondo, se ci si ferma, si può sentire l'odore di qualcosa di estraneo, lo stesso disgusto che si poteva provare annusando un uomo del 700, sporco, ma coperto di cipria e profumi.
C'è da rinchiudersi in un manicomio quando i propri desideri hanno questo odore.
Walser l'ha fatto, per 20 anni, fino alla sparizione definitiva, di sé e della propria scrittura, io ancora non so, non credo di avere tutto quel coraggio." Marco Maria Linzi